La Poderosa ci ha accompagnato anche a Sivilla e ancora una volta durante il viaggio abbiamo potuto apprezzare i meravigliosi paesaggi andalusi....anche se chissà perchè eravamo tutti un pò raffreddati. Arrivati ci siamo fermati in una vecchia taverna a mangire delle tapas poi ci siamo diretti a "Plaza de Toro" la più vecchia della Spagna. Abbiamo preferito visitare l'arena ed il museo piuttosto che assistere ad una corrida, seppur una tradizione antichissima, perchè a nessuno interessava vedere una manifestazione così crudele dove lo scontro è impari, ma abbiamo comunque capito l'importanza che gli andalusi danno al Toro. Strana contraddizione ma è così. Dopo, abbiamo fatto un giretto anche nei pressi della cattedrale e dell'Alcazar prima di fermarci qualche istante a riposarci in un bel giardinetto pieno di piante esotiche, fontanelle e decorazioni in ceramica antica. Anche sta volta la stanchezza ed i Km da percorrere erano parecchi quindi abbiamo preso la via di casa, ma alla guida si è messo Ricki....
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CapaRezza - Dalla Parte Del Toro

la raffigurazione del toro nero

Non è la prima volta che viene assunto come testimonial di un prodotto, anzi, molteplici sono i campi e le occasioni in cui è stato rappresentato. La sua spasmodica ricorrenza fa in modo che ad esso venga attribuito il titolo di icona ufficiosa, anche un pò underground, del turismo spagnolo e considerato immagine simbolo della nazione. Essendo l’animale emblema della Spagna, la maggior parte delle persone potrebbe pensare che il toro nero sia nato per questo scopo e che richiami direttamente alla tradizione dei toreros e della corrida, ma non è così. La sagoma fu ideata attorno agli anni cinquanta da Manolo Prieto per pubblicizzare un brandy, il Veterano, prodotto dalla andalusa distilleria Osborne, comparendo sia sulle etichette del liquore che sui supporti pubblicitari installati lungo le strade di campagna. Nel corso degli anni però, per far fronte a problemi tecnici e normativi, il toro dovette crescere e pure emigrare. Divenne alto una dozzina di metri dal peso di 4 tonnellate e si spostò lontano dalle strade su monti e colline: un abnorme toro nero che capeggia sulla natura deserta e selvaggia. L’impatto visivo è così forte ed immediato da suscitare astonishment.
La billboard outdoor advertising è la tecnica pubblicitaria utilizzata per questo prodotto ed è la stessa adottata, per esempio, dalla Burma-Shave negli States attorno agli anni trenta. Fortissimo fu l’impatto e riscosse così tanto successo che venne citata da cantanti come Tom Waits e ripresa in film come Bonnie and Clyde. Il toro Osborne vanta anche lui collaborazioni con personaggi del calibro di Salvador Dalì e Almodovar, in testimonianza del fatto che, anche per il toro bravo, il successo era alle porte. Nonostante ciò si presentarono altri problemi a causa di una nuova normativa che imponeva la proibizione di annunci pubblicitari lungo le autostrade, rischiando così che il toro venisse completamente eliminato, ma il pericolo fu sventato grazie a numerose polemiche da parte di amministrazioni locali e diversi sostenitori i quali riuscirono, nel 1997, a far attribuire al toro la herencia/eredità cultural y artistica del paisaje español: il Tribunale Supremo sentenziò che il toro aveva superato il suo iniziale aspetto pubblicitario e si era integrato nel paesaggio. Alcuni movimenti indipendentisti spagnoli intrapresero il boicottaggio deturpando i tori presenti nel loro territorio, fino a quando, due anni fa, il toro venne dichiarato patrimonio culturale e artistico, assicurandogli così la totale immunità. Con questi riconoscimenti il Toro è oggi considerato simbolo nazionale, supportato anche dal fatto che non più di tre o quattro anni fa, qualche ragazzo, sicuramente di gran lungimiranza, si prese la briga di mettere sul mercato una t-shirt rappresentante la sagoma del toro: un successo incredibile! Altri oggetti di merchandising sono oggi venduti in tutto il mondo, come gli stickers che ritroviamo spesso e volentieri attaccati sul retro delle macchine. Interessante notare come anche la Catalogna, regione indipendente della Spagna, abbia colto la forza comunicativa che questo tipo di simbolo trasmette, cercando a tutti i costi un animale che la rappresentasse. Ecco allora che spunta un asinello, solitamente visto come un animale lento e anche un po’ stupido, il perfetto contrario di quello che il toro rappresenta per i castigliani, ma il catalano che attacca l’adesivo del ciuco sulla sua auto non vuole affatto affermare inferiorità. Per i catalani il ciuco è sinonimo di lealtà, affidabilità e che nasconde in sé forza e determinazione, tutte doti con cui i catalani amano descriversi e in cui riconoscono la loro essenza.